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IL GIARDINO DELLO ZIO

E tu
che passeggi nel bosco
calpestando l’erba fresca del mattino
che senti sulle spalle e sul viso il brivido del giorno che si alterna alla notte,
abbi cura di prestare attenzione ai fiori più piccoli che madre terra sta crescendo
con l’aiuto della luce paterna del sole.
Abbi cura di inebriarti del loro profumo
e prenditi un momento per accarezzarne i petali senza piegarli.
Non alterare in nessun modo la loro crescita
intervieni soltanto se madre terra dovesse coprire eccessivamente il fusto del fiore
o se la luce del sole fosse così prorompente da bruciarne i petali.
E spiega al fiore, con carezze e dolci parole, che non è sua colpa
se il sole rende arida la terra
o se la terra offusca il sole.
(Alessandro Minotti)

 

Credo che con questi versi si possa spiegare quello che posso aver imparato nell’esperienza da zio.

Gli zii, come parenti più vicini al bambino, devono avere l’umiltà di non interferire nella crescita del nipote e la consapevolezza di “assaporarne” la bellezza, sia con gli occhi che con le orecchie.

Essere zii, se vogliamo fare un bilancio di questa condizione parentale, ha prettamente lati positivi!

Io ricordo, ancora come fosse oggi, la prima volta che tenni in braccio la mia nipotina più piccola, un batuffolo di tenerezza tanto piccolo quanto potente emotivamente.
Stetti diverso tempo in piedi cullandola senza mai sentirne la fatica ed ubriacandomi di quel profumo che ancora oggi ricordo dopo tre anni. Non vi dico poi l’emozione che provai quando si addormentò sulla mia spalla che successivamente si mescolò con la paura di svegliarla nel tentativo di adagiarla nella culla.

Ma non è finita qui…

Dopo esserci occupati del germoglio, non dobbiamo trascurare i fiori piccoli ma che sono già sbocciati.
Ad essi vanno date sincere attenzioni e cure amorevoli nei limiti del nostro ruolo.
Tra questi ci sono anche dei fiori con le spine che proveranno a pungerci ma non per questo ce ne dobbiamo allontanare.

D’altro canto a chi non piacciono le rose?

Belle da vedere, sgargianti nei colori, ma non sempre facili da avvicinare perché dobbiamo, appunto, fare attenzione alle loro spine: armi di difesa e non caratteristiche negative.
Fiore tanto bello, quanto delicato e in cerca di attenzioni, è la mia seconda nipote: lei ha bisogno di cure diverse e di maggiore dedizione.
L’unica difficoltà che trovo nell’aver a che fare con fiori di questo tipo sta nel fatto che siamo noi a doverli capire e imparare a coglierli nella loro diversità.

Infine, ci sono fiori come i girasoli che sono loro a dare importanza e attenzione a te e che orientano i loro petali verso la “giusta” luce.

È il caso del mio nipote maschio e più grande dei tre.
Il girasole è il fiore che associo al suo viso perché sorridendo strizza gli occhi come se stesse tentando di guardare il sole. A questo fiore non occorrono le stesse cure delle prime due: lui ha bisogno, e voglia, di sentirsi dissetato di “sapere”; vuole conoscere le cose e capire come funzionano. Lo fanno intuire le continue domande che mi pone ed io spero vivamente nella persistenza di questa sua continua curiosità ed auspico per lui che non sia uno dei tanti girasoli che guardano sempre e solo il sole augurandogli di avere il coraggio di voltarsi e guardare cosa c’è intorno a lui anche se non ci dovesse essere luce.

Con affetto e pollice verde

Zio Assandro (come dice la più piccola). 

Autore:
Alessandro Minotti

30/09/2022